Non è la plastica il vero nemico: i tuoi pneumatici stanno uccidendo il mare

Non è la plastica il vero nemico: i tuoi pneumatici stanno uccidendo il mare

L’inquinamento da particelle di pneumatici rappresenta una minaccia emergente per l’ambiente: ecco in che modo.

Ogni anno, milioni di tonnellate di particelle di pneumatici vengono rilasciate nell’ambiente a causa del normale uso automobilistico. Quando i veicoli circolano, l’attrito tra i pneumatici e il manto stradale provoca una continua e lenta erosione delle superfici in gomma. Questo deterioramento rilascia particelle fini che, essendo altamente resistenti, finiscono per accumularsi nelle nostre aree urbane e naturali.

Studi recenti hanno mostrato che la quantità di emissioni di particelle derivate da pneumatici può addirittura superare quelle da scarico dei veicoli nelle aree metropolitane congestionate. Questo problema non è solo un fenomeno localizzato ma si espande a livello globale, contribuendo a un pool di inquinamento ambientale che attraversa confini e continenti. L’assenza di regolamentazioni esaustive su tali emissioni rende difficile affrontare il problema in modo efficace.

La polvere degli pneumatici finisce negli oceani. C’è qualcosa di cui aver paura? La ricerca non lascia illusioni

I pneumatici sono composti da una miscela complessa di materiali, ognuno dei quali gioca un ruolo nel migliorare le prestazioni del veicolo. Tuttavia, alcuni di questi materiali possiedono proprietà chimiche che sono tutt’altro che innocue. Tra gli ingredienti più preoccupanti ci sono i filler di carbonio, i plasticizzanti, gli antiossidanti e vari biocidi. Molti di questi componenti, una volta disperso il particolato, risultano essere tossici per l’ambiente circostante. Secondo autokult.pl, ongi anno sei milioni di tonnellate di queste particelle finiscono nell’aria e ei corpi idrici; quando le condizioni atmosferiche favoriscono la dispersione di queste polveri sottili, esse possono entrare nelle acque, nei suoli e persino nell’aria che respiriamo. Gli effetti a lungo termine di tale contaminazione includono disfunzioni ormonali negli animali selvatici e possibili rischi per la salute umana attraverso l’ingestione di acqua contaminata o l’inalazione dell’aria. L’utilizzo di sostanze chimiche così pericolose rende imperativa la ricerca di alternative più sostenibili e meno dannose.

Le microplastiche rappresentano una delle maggiori sfide ambientali del nostro secolo, e i pneumatici, sorprendentemente, giocano un ruolo significativo in questo contesto. Durante l’usura quotidiana, particelle microscopiche si staccano dai pneumatici e vengono sollevate nell’atmosfera. Successivamente, attraverso vari processi di diluizione e trasporto, queste particelle raggiungono i corpi idrici, contribuendo sostanzialmente ai volumi di microplastiche presenti negli oceani. Le ricerche indicano che una percentuale significativa delle microplastiche marine origina da fonti terrestri, con i compound dei pneumatici che svolgono una parte cruciale. Queste microplastiche, essendo spesso ricche di tossine, rappresentano una minaccia silenziosa ma potenzialmente letale per la vita marina e per la catena alimentare globale. Il ciclo di trasporto delle particelle dai pneumatici all’ambiente marino è, dunque, un percorso che richiede urgente attenzione e interventi a livello normativo ed educativo.

Come le particelle raggiungono i nostri corsi d’acqua

Il percorso delle particelle di pneumatici verso i nostri corsi d’acqua è sorprendentemente semplice e inizia sulle strade asfaltate delle aree urbane e suburbane. L’acqua piovana e il vento agiscono come vettori naturali che trascinano queste particelle dalle strade ai fossi e ai sistemi di drenaggio urbano. Da qui, le particelle seguono il flusso dell’acqua fino a raggiungere fiumi, laghi e mari. Le caratteristiche fisiche delle particelle, che includono leggerezza e alta resistenza, facilitano il loro viaggio attraverso gli ecosistemi acquatici. Inoltre, nei sistemi di drenaggio le particelle più piccole sfuggono spesso ai filtri e ai sistemi di depurazione municipali, entrando così liberamente nel ciclo idrologico. Una volta contaminati, i corsi d’acqua fungono non solo da serbatoi di inquinanti ma anche da mezzi per la loro ulteriore dispersione, espandendo il raggio della contaminazione ben oltre il punto d’origine.

L’impatto delle particelle di pneumatici sulla vita acquatica è una componente critica dell’inquinamento ambientale di cui si parla troppo poco. Le particelle non solo alterano la chimica dell’acqua, aumentando i livelli di tossicità generale, ma interagiscono anche con gli organismi viventi in molteplici modi. Alcuni studi hanno dimostrato che i pesci esposti a microplastiche derivate da pneumatici esibiscono cambiamenti comportamentali e fisiologici significativi. Gli effetti includono una riduzione della fertilità, alterazioni nel comportamento alimentare e una maggiore suscettibilità a malattie. I filtri branchiali possono ostruirsi con particelle più grandi, mentre quelle più sottili possono penetrare nelle cellule, causando stress ossidativo e danni tissutali. Questi problemi non riguardano solo pesci di piccole dimensioni, ma si estendono a tutta la catena alimentare acquatica, fino a provocare conseguenze potenziali per gli animali superiori che dipendono da questi ecosistemi, compresi gli esseri umani.

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