come cambiano gli importi e per chi

come cambiano gli importi e per chi


Dal 2026 le pensioni aumenteranno, ma non per tutti. Ecco come funzionerà, chi ci guadagna e quali sono i nuovi importi 

Nel 2026 gli assegni pensionistici aumenteranno. Di poco, certo, ma quanto basta per far tirare un mezzo sospiro di sollievo a chi vive contando i centesimi. La previsione arriva direttamente dal Documento di economia e finanza appena approvato: si parla di una rivalutazione dello 0,8% a causa di un’inflazione che, sebbene non galoppante, ha fatto il suo mestiere nei primi mesi del 2025. Ma andiamo a vedere i dettagli.

Per chi saranno gli aumenti?

Gli aumenti non saranno uguali per tutti, ed è qui che le cose si complicano. La legge che regola la faccenda (n. 448 del ’98) prevede tre fasce: chi prende fino a quattro volte la pensione minima riceverà il 100% dell’aumento. Chi sta tra quattro e cinque volte il minimo, solo il 90%. Chi supera la soglia più alta si dovrà accontentare del 75%.

Facciamo due calcoli: la pensione minima nel 2024 era di 598,61 euro. Quindi il 100% dell’aumento si applica fino a circa 2.413 euro. Chi ha una pensione tra i 2.413 e i 3.017 euro al mese avrà il 90% dell’aumento. Se si va oltre i 3.017 si scende ancora, al 75%. Esempio pratico: un pensionato che prende 1000 euro al mese si ritroverà con 8 euro in più. Chi arriva a 2000 euro ne avrà 16 in più. Se invece si superano i 5000 euro annui, l’incremento sarà di circa 37,50 euro.

Assegno sociale e pensioni minime

Anche l’assegno sociale si adegua: salirà da 534,41 a 539,75 euro. Mentre per le pensioni di invalidità civile si passa da 333,33 a 336,66 euro. Un ritocco minimo, quasi impercettibile, ma comunque presente. Si mormora però che il governo stia pensando a un aumento straordinario per le pensioni minime. Si parla di un possibile salto fino a 617,90 euro o, in uno slancio di generosità, perfino 620. Un gesto concreto per chi sta sotto la soglia di sopravvivenza.

Chi invece andrà in pensione tra il 2025 e il 2026 dovrà fare i conti con nuovi parametri. I famigerati coefficienti di trasformazione cambieranno. Risultato? Pensioni leggermente più basse. Insomma, se c’è una morale in questa storia, è che le pensioni cambiano sempre un po’, ma raramente abbastanza da stravolgere la vita. Eppure anche un piccolo aumento può fare la differenza, specie per chi ha sempre fatto quadrare i conti con l’abilità di un contabile zen.





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