Essere papà oggi non è solo una responsabilità, ma anche un diritto. E nel 2025, per fortuna, ci sono aiuti concreti pensati anche per i padri, non solo per le mamme. Tra detrazioni fiscali, congedi retribuiti e sostegni diretti, un padre lavoratore può arrivare a ricevere fino a 3.362 euro in un anno. Non si tratta di un unico bonus, ma di più misure che, sommate, fanno una bella differenza.
Vediamole insieme, in modo semplice e pratico.
L’Assegno Unico: quanto spetta davvero ai papà
Il primo aiuto arriva da quello che ormai tutti conoscono: l’Assegno Unico Universale. Si tratta di un contributo mensile che spetta a chi ha figli a carico, fino ai 21 anni. L’importo cambia in base all’ISEE. Nelle fasce più basse, si arriva a 201 euro al mese per figlio. Se mamma e papà decidono di dividerselo, ognuno riceve circa 100 euro al mese. In un anno, sono oltre 1.200 euro a testa. E non è poco.
Le detrazioni che molti dimenticano
Per i figli che non rientrano più nell’Assegno Unico – magari perché hanno superato i 21 anni – esistono ancora le classiche detrazioni per figli a carico. Il massimo è 950 euro all’anno. Anche qui: si può dividere tra i genitori o lasciare interamente a uno solo, in base a quello che conviene di più.
Permessi e congedi: il tempo vale quanto il denaro
Ma non si vive solo di soldi. Uno degli strumenti più importanti resta il tempo da dedicare ai propri figli. Nel 2025, i padri hanno diritto a:
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10 giorni di congedo obbligatorio retribuito, da usare nei primi 5 mesi dopo la nascita;
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Congedo parentale retribuito al 30%, per un massimo di 6 mesi, da utilizzare entro i 12 anni del bambino;
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Permessi giornalieri (fino a 2 ore al giorno) nei primi 12 mesi di vita del figlio.
Come si richiedono?
L’Assegno Unico va richiesto sul sito dell’INPS. Serve avere lo SPID e presentare un ISEE aggiornato. Le detrazioni si inseriscono nella dichiarazione dei redditi. I congedi e i permessi, invece, vanno comunicati al proprio datore di lavoro e segnalati all’INPS.
Se c’è qualche dubbio? Meglio rivolgersi a un patronato o CAF, che ti aiutano a fare tutto senza errori.
Nel 2025, il ruolo del padre viene finalmente riconosciuto anche nelle politiche sociali. Non è solo un “aiuto extra”, è un passo verso una genitorialità condivisa. Perché crescere un figlio è una squadra. E ogni papà ha diritto – e dovere – di fare la sua parte.