Chi guida un’automobile di questo tipo, deve prepararsi al peggio. Il divieto sarà una mazzata.
A partire dal 2025, l’Italia si prepara a cambiare radicalmente il panorama della circolazione stradale. Le nuove norme introdotte dal Codice della Strada non si concentrano esclusivamente sull’inquinamento ambientale, ma si estendono anche alle auto di una certa categoria. Questo intervento legislativo ha come obiettivo principale quello di combattere l’elusione fiscale e garantire maggiore trasparenza nella circolazione dei veicoli nel territorio nazionale.
Dal 2018, il Codice della Strada ha visto un aggiornamento significativo, con l’introduzione di sanzioni più severe per chi circola con veicoli non conformi. È importante notare che il divieto di circolazione non è legato solo a questioni ambientali, ma anche a motivazioni fiscali e burocratiche. Una misura in accordo con queste preoccupazioni è stata recentemente varata, prima di essere approvata Questa misura è stata adottata per evitare che i contribuenti italiani sfruttino escamotage per eludere il pagamento delle tasse di circolazione.
Per chi risiede all’estero, la normativa consente di circolare in Italia con un veicolo immatricolato all’estero per un anno, a condizione che il proprietario sia presente nel Paese. Questo è un importante accorgimento per tutelare i diritti dei cittadini che, per motivi di lavoro o studio, si trovano temporaneamente in Italia. Tuttavia, chi ha un’auto con targa estera e risiede in Italia ha ora un grosso problema.
Iscriviti nel registro
I cittadini residenti in Italia potranno utilizzare un’auto con targa estera solo per un massimo di 90 giorni. Dopo questo periodo, sarà necessario immatricolare il veicolo in Italia per continuare a circolare.
Un altro aspetto fondamentale è l’obbligo di iscrizione al Registro dei veicoli esteri (Reve). Questo sistema è stato creato per monitorare e registrare i veicoli con targa straniera circolanti in Italia. L’iscrizione al Reve non è una semplice formalità, ma un obbligo che consente alle autorità di tenere traccia dei veicoli e prevenire frodi fiscali. Le sanzioni per chi non si conforma a questa norma possono variare da 712 a 3.558 euro, oltre al possibile ritiro del documento di circolazione.

Le conseguenze per chi supera i limiti temporali di circolazione sono severe. Le sanzioni per il superamento dei 90 giorni possono variare da 400 a 1.600 euro, con il rischio di ritiro del documento di circolazione e, nei casi più gravi, anche la confisca del veicolo. Inoltre, non rispettare il fermo amministrativo del mezzo può comportare multe che raggiungono fino a 7.937 euro.
Queste nuove regole non solo mirano a proteggere il sistema fiscale italiano, ma anche a garantire una maggiore equità tra i cittadini. L’uso di veicoli immatricolati all’estero da parte di residenti italiani ha spesso creato ingiustizie, dove alcuni automobilisti beneficiavano di vantaggi economici a discapito di chi rispetta le normative nazionali.