Quando piantare il peperoncino: ecco il periodo ideale

Quando piantare il peperoncino: ecco il periodo ideale


Se ti parlo di peperoncino, sono certa che la prima cosa che ti viene in mente è quella sensazione spesso troppo forte e ingestibile di piccantezza che gli è propria e che non sempre è da tutti tollerata. E’ un requisito quello della piccantezza definito attraverso la scala di Scoville, che registra il grado che il peperoncino esaminato raggiunto in quanto proprio al contenuto di capsaicsina.

Notoriamente il livello di piccantezza, per molte persone è impensabile riuscire anche solo a mangiare il peperoncino, e la cosa bizzarra è che esistono livelli di questo composto chimico che sono davvero incredibilmente. Ma non è tutto. Se vogliamo proprio essere completi ed efficienti, consideriamo anche che il peperoncino ha numerose proprietà benefiche e queste ovviamente invogliamo sempre più persone a coltivarlo in casa.

Cerchiamo di capire come coltivare il peperoncino in vaso e soprattutto proviamo a farlo seguendo tutti i passaggi fondamentali, potendo scegliere anche la varietà che più si adatta alle nostre esigenze di gusto e di tolleranza alla piccantezza. Dati questi fattori, possiamo considerare anche i lati più generali per l’analisi del peperoncino.

La scala di Scoville: come funziona?

Anche il grado di intensità della piccantezza, inerente al peperoncino, è un fattore importantissimo in quanto a valutazione, e proprio per questo motivo è davvero utile sapere come interpretare questo grado, facendo riferimento alla scala di Scoville, che tiene conto come unità di misura l’SHU, ovvero lo Scoville Heat Units, per determinare la quantità di capsaicina contenuta in un determinato peperoncino.

E’ nata dopo alcuni studi condotti dal farmacista da cui la scala prende il nome, un tale Wilbur Scoville, che eseguì una serie di test organolettici. Come ha sviluppato la qualità della piccantezza? Semplicemente diluendo l’estratto di peperoncino con zucchero e acqua, e allungava con acqua zuccherata fin quando il piccante non si percepiva più.

Oggi il grado più basso di piccantezza è toccato dal peperone dolce che ha 0 SHU, ovvero non contiene assolutamente capsaicina; mentre tra i gradi più alti i peperoncini super piccanti, quelli che toccano cifre superiori a 1.000.000 di SHU, come il Carolina Reaper, che addirittura si attesta come il peperoncino più piccante in assoluto in tutto il mondo, con oltre 2.200.000 SHU!

Il peperoncino piace!

Ma al di là del grado di piccantezza, il peperoncino piace, perché si tratta pur sempre di un valore aggiunto a una pietanza che è davvero resa più gustosa e più saporita, anche se non tutti tollerano quel senso di grande sofisticatezza del mangiare. In ogni caso, mangiando costantemente e regolarmente piccante, il corpo praticamente acquisisce una capacità di tolleranza crescente al punto tale che non si avverte più quel senso di difficoltà che si percepiva all’inizio.

Questo perché succede? Semplicemente perché la capsaicina quando arriva a contatto con la mucosa orale non va a danneggiare materialmente la bocca, ma stimola i recettori del dolore, che fanno arrivare un’informazione errata al cervello che allora si attiva per farti capire che qualcosa sta bruciando. QUando il cervello, mangiando costantemente il peperoncino, si accorge che in realtà non brucia alcunché, i recettori smetteranno lentamente di attivarsi e il peperoncino finirà per essere addirittura apprezzato.

E’ solo una questione di abitudine quindi, per cui non ci sono delle vere e proprie difficoltà. Ma in ogni caso, nella fase di grande malessere dopo aver mangiato peperoncino, un modo per spegnere il fuoco in bocca resta l’uso di alimenti che contengono caseina, come il latte, perché solo così si riesce a neutralizzare l’effetto della capsaicina.

Come coltivarlo?

E proprio perché è così amato e una volta che hai davvero scoperto i motivi per cui si determina il vero e proprio colpo di fuoco in bocca, ora puoi anche provare a capire come e dove coltivare il peperoncino direttamente a casa. Devi prima iniziare con la scelta della varietà che più ti piace, visto che ne esistono più di 900. Inoltre, valuta anche se è il momento giusto per iniziare la coltivazione.

La fase più importante è la semina, che deve avvenire in particolar modo nel periodo compreso tra febbraio e aprile, quando cioè le temperature non sono più particolarmente fredde e cominciano a riscaldarsi alzandosi. I primi risultati generalmente comunque si ottengono dopo circa 70 giorni dalla semina, quando i peperoncini cominceranno a venire fuori i primi frutti.

Hanno bisogno comunque di luce solare, almeno per circa 6 ore al giorno, acqua senza esagerare e ogni 3 settimane sarebbe anche opportuno concimare, al fine di fornire quel sostentamento utile affinché la pianta continui a stimolare la produzione in modo naturale e costantemente. Infine, ricordati di metterli appesi a testa in giù per favorire l’essiccazione e poterli conservare a lungo.

Il peperoncino e tutto quello che gli riguarda

Avere a disposizione il peperoncino è sicuramente importante, quanto lo è anche imparare a gestire e abituarsene al consumo, senza ovviamente esagerare. E’ vero, se non tolleri la piccantezza, in un primo momento potrebbe risultarti complicato apprezzarne le proprietà benefiche, come il miglioramento della digestione, della circolazione e della funzione antibatterica.

Una volta che però cominci, piano piano, il tuo corpo si abituerà e vedrai che non ti occorrerà più avere a portata di mano un bicchiere di latte per diminuire il senso di bruciore in bocca. Coltivarlo in casa, magari direttamente in vaso, inoltre, ti permetterà di averlo sempre a portata di mano e facilmente utilizzabile dove e quando vuoi.



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