Il melo è uno degli alberi da frutto maggiormene diffusi e diversificati con oltre 3000 varietà di mele che sono disponibili sul mercato alimentare. Potare il melo nel modo oltre che nelle quantità e metodologia giuste garantisce dei risultati nella produzione dei frutti molto importanti, condizione ben compresa dai produttori.
Come potare il melo è però una condizione ed una conoscenza essenziale anche per chi fa di questo albero un comune elemento da giardino, la potatura è infatti importante anche per mantenere una certa forma ed una buona salute di una specie che è mediamente rustica e capace di adattarsi.
Affronteremo in poche righe infatti le migliori condizioni ambientali del melo e conseguentemente anche come potarlo nella maniera più adatta possibile seguendo anche un vero e proprio calendario così da non portare l’azione ad impattare in modo negativo sulla pianta stessa. Il melo potrà così diventare ancora più produttivo e mantenersi in salute.
Le origini del melo
Le origini del melo sono antichissime, e quasi certamente non sono europee, ma provengono dalla zona centrale del continente euroasiatico, precisamente dall’odierna nazione del Kazakistan, con delle tracce ancora più ad Oriente, fino all’odierna Cina. Inizialmente concepita in varianti selvatiche, legate ad ambienti miti, i meli sono stati da varie culture selezionati.
In Italia la stima di tipologie di mele esistenti sono circa duemila, e proprio la nazione Italiana sviluppa diverse tipologie apprezzate anche all’estero, concepite sia per il mercato locale che estero. Alcune varietà sono tipiche di regioni, come la annurca oppure la Golden, ma è altresì una ottima forma di luogo per la coltivazione di specie non locali.
Una volta sviluppato ha un tronco robusto e facile da trattare, la produttività del melo è spiccatamente orientata dalla parte finale dell’estate fino a fine novembre, dipende tutto dalla varietà in quanto non tutte seguono uno specifico “calendario”. L’importante è però potare principalmente dopo almeno alcune settimane dalla fine della produzione dei frutti.
La potatura iniziale
Il melo è una pianta duttile che ha dimensioni medie, rispetto ad altre non è tra le più imponenti ma può comunque raggiungere i 10 metri in altezza ed ha un comportamento mediamente arbustivo, relativamente facile da potare. Nei primi 3 anni di vita, con una pianta ancora non in grado di produrre frutti, si sviluppa quella che viene chiamata potatura di formazione.
Serve a dare una forma, per l’appunto, alla pianta ma anche per garantire una prima “impronta” di produzione, che nei meli arriva dopo almeno due anni di vita della specie. Vanno eliminate le ramificazioni troppo sottile, quelle orizzontali e quelle che di fatto vanno a togliere energia alla pianta. Conviene tagliare sempre in prossimità delle biforcazioni così da dare una forma alla pianta.
Con la pianta oramai cresciuta, a fine di ogni periodo di produzione di frutti e raccolta, possiamo orientarci verso una potatura più legata allo sviluppo, quindi eliminando i rami troppo vecchi, eccessivamente rigidi e legnosi, privi di gemme e che sono eccessivamente ingombranti, al punto da fare eccessivamente ombra a tutto il fusto.
La potatura passo passo
Impiegare sempre una azione di osservazione prima di qualsiasi azione: dopo la stagione fertile infatti sono diversi gli interventi che sono probabilmente necessari, in ottica di rinnovamento e alleggerimento. Analizzare la forma ma anche lo stato, maggiormente il melo ci sembra in salute, meno avrà bisogno di interventi molto importanti.
Eliminare tutte le parti oramai secche ed improduttive, ma anche i rami che non presentano gemme e che sono troppo vicini agli altri, se siamo dubbiosi dell’età di un ramo possiamo togliere la parte superficiale della corteccia ed analizzare la parte interna linfosa, se presenta un colore lontano dal verde ha almeno due anni e può essere considerato “meno utile”.
Dopo almeno 1 o 2 anni di produzione dobbiamo alleggerire il melo dai rami più corti, detti lamburde, che hanno una durata media di alcuni anni ma che superata questa forma di limite vanno assolutamene accorciati, cimati quindi eliminati, se sono totalmente secchi, improduttivi e senza alcuna forma di sviluppo futuro. Ultimo step è la rimozione dei polloni, come dei rami verticali che crescono ogni anno sulla parte inferiore dell’albero.
Le ultime cose da considerare
II melo infatti sviluppa i polloni per concepire nuove parti e ramificazioni ma i polloni vanno a togliere energia alla pianta in fase di produzione. Per questo vanno eliminati cimandoli ed eliminandoli almeno per una buona metà. Generalmente il melo necessita di una potatura di questo tipo una volta l’anno, così da sviluppare una azione di crescita sufficiente l’anno successivo.
Una potatura molto leggera può essere concepita in primavera, o in ogni caso prima della fase produttiva, incentrandola esclusivamente sulla rimozione dei rami secchi senza però eccedere, lasciando intatta gran parte della pianta, e provando soprattutto a diradare la parte centrale del fusto così da garantire un passaggio di luce sufficiente.