I Buoni Fruttiferi Postali sono una forma di investimento garantita dallo Stato italiano, quindi sicura, ed emessa dalla Cassa Depositi e Prestiti delle Poste Italiane. Si tratta di investimenti semplici, senza costi e caratterizzati da una tassazione agevolata. Negli anni, diversi tipi di buoni postali hanno offerto rendimenti rilevanti, permettendo di ottenere un buon guadagno.
Un esempio significativo riguarda i buoni fruttiferi postali emessi negli anni Ottanta, periodo in cui i tassi di interesse registrarono un’impennata. In particolare, i buoni emessi tra il 1 luglio 1983 e il 30 giugno 1984 arrivarono a un rendimento annuo lordo quasi del 15% e il denaro depositato raddoppiava dopo cinque anni e triplicava dopo otto.
Quindi, un buono fruttifero con un investimento di 1 milione di lire depositato in quel lasso di tempo, oggi potrebbe valere oltre 10.000 euro, compresi gli interessi composti. anche negli anni successivi i rendimenti si mantennero elevati, pur non raggiungendo mai quel picco. Ad esempio, buoni emessi tra luglio 1984 e giugno 1986 raddoppiavano l’investimento in sei anni e triplicavano in nove.
Buoni postali che fanno guadagnare di più
Sono diverse le tipologie di buoni postali in vigore o che sono stati emessi negli anni passati ma che non sono ancora scaduti. Tra i più redditizi abbiamo i buoni dedicati ai minori di 18 anni che offrono rendimenti tra i più interessanti attualmente sul mercato finanziario di riferimento, arrivando al 5% in base agli anni di possesso del buono.
Poi abbiamo il buono fruttifero postale 4×4. Questa tipologia non è più in emissione ma se lo avete sottoscritto negli anni in cui era attivo, e cioè fino al 2023, dovete sapere che esso dà un rendimento crescente ogni 4 anni fino a un massimo di possesso di 16 anni. questo strumento di investimento è flessibile perché offre la possibilità di ritirare il capitale investito ogni 4 anni.
Il buono postale ordinario è caratterizzato da diverse sottotipologie che possono essere sottoscritte senza nessun costo e che arrivano a tassi di interesse del 3%. Hanno una durata massima di 20 anni e il loro rendimento cresce nel tempo e alcuni prevedono forme di reinvestimento una volta scaduti. Possono essere cartacei e dematerializzati.
Attenzione alla scadenza
Tuttavia, occorre fare molta attenzione alla scadenza dei buoni fruttiferi postali perché essa indica il momento in cui cessano di maturare interessi, diventando così infruttiferi. A partire da tale data, il titolare del buono può richiedere la somma e gli interessi maturati fino allora. I buoni ordinari emessi fino al 27 dicembre 2000 hanno una durata di 30 anni.
Quelli emessi successivamente a tale data hanno una durata di 20 anni. I buoni a termine sono stati emessi con decreto ministeriale del 19 dicembre 2000 e hanno scadenze più brevi, indicate con la dicitura “a termine” presente sul buono stesso. E’ essenziale dunque controllare di tanto in tanto la scadenza.
Dopo tale termine, inizia il periodo di prescrizione. La prescrizione è il periodo entro il quale il titolare del buono può esercitare il diritto al rimborso del capitale e degli interessi maturati, entro 10 anni dalla data di scadenza del titolo, secondo la Legge numero 326/2003. Trascorso questo periodo, il titolare perde il diritto al rimborso e la somma.
Come investire in buoni postali
Una strategia utile per massimizzare gli investimenti, e quindi i guadagni, in buoni postali consiste nel diversificare la tipologia di buoni sottoscritti, in base ai propri scopi ed esigenze. Per un investimento a basso rischio, si può puntare ad esempio sui buoni postali ordinari da combinare con il buono 3×4 che offre interessi ogni 3, 6 e 9 anni.
Allo stesso modo si possono combinare buoni postali che hanno una durata variabile nel tempo, a seconda che si voglia realizzare un guadagno nel breve, medio o lungo periodo. Se volete vincolare un investimento nel lungo periodo l’ideale sono i buoni ordinari e, nel caso il titolare sia un minore di anni 18, nel buono dedicato ai minori.
Un altro vantaggio da considerare per gli investimenti effettuati in questo modo consiste nel fatto che i buoni fruttiferi postali, oltre a non avere costi di adesione e gestione, godono di una tassazione fiscale agevolata. Essa ammonta al 12,50% ed è quindi inferiore a quella che grava sui conti deposito o agli investimenti azionari.
Per concludere
Concludendo, possedere buoni fruttiferi postali a lunga scadenza e che sono stati sottoscritti negli anni passati o quando i tassi di interesse erano più alti e profittevoli, può rappresentare una buon metodo di investimento e una fonte di guadagno. Tuttavia, è importante fare attenzione alle scadenze e informarsi sulle modalità di riscossione.
Per chi desidera iniziare a investire in questo momento in buoni fruttiferi postali le possibilità sono molte perché Poste Italiane offre diverse tipologie con scadenze e rendimenti differenti. Il buono postale rappresenta comunque una forma di investimento sicura e a basso rischio, è garantito dallo Stato Italiano e gode di una tassazione agevolata.